Sabato 23 ottobre 2021 presso la nostra azienda abbiamo festeggiato i sessant’anni di attività con una verticale in barricaia, una degustazione di vecchie annate – Chianti Classico 2006, 2007, 2008, 2010, 2014 (Magnum, Chianti Classico Riserva il Drugo), 2016, 2017, 2018 – e un pranzo con i piatti dello chef Matteo Caccavo dell’Osteria Il Pratellino. Otto annate alla presenza di addetti al lavoro tra cui sommelier, giornalisti e blogger del settore.

L’evento è stato introdotto e presentato da Leonardo Romanelli, noto gastronomo, giornalista e sommelier, e Giampaolo Chiettini, enologo che si occupa da anni dell’Azienda Santo Stefano.

“Santo Stefano è un’azienda di tradizione familiare che si trova in un terreno che ha una storia importante, – racconta Giampaolo Chiettini – nel 1716, anno in cui Cosimo III determinava i confini del Chianti, si diceva che in questa zona c’erano dei vini che ‘potevano navigare’ cioè adatti anche all’esportazione perché non si sarebbero sciupati; qui c’è stoffa, c’è carattere, sono vini da bere. Il nostro lavoro più grande è in vigna durante la vendemmia, solo i grappoli migliori verranno vinificati per le nostre etichette, e nelle annate difficili, come per esempio la 2014,  riusciamo sempre a trovare la vigna che risponde al meglio alle avversità”.

Molti i giornalisti e blogger intervenuti alla degustazione, tra questi anche il delegato AIS per la Toscana Massimo Castellani, che si è soffermato particolarmente sulle scelte stilistiche dei vini.

“Per me è stato molto importante visitare le vigne e capire quali sono i terreni e le lavorazioni che vengono fatte, – racconta Castellani – la soluzione trovata per la riserva Il Drugo 2014 è stata vincente, solo la vigna di Sobole, che ho potuto visitare, poteva dare l’uva migliore per produrre questo vino. La capacità enologica dell’azienda ha permesso di individuare la perla che poteva permetterlo, e che in qualche modo supera gli stereotipi nati su questa annata nel Chianti.”

Una giornata ricca di soddisfazioni per noi fratelli, da anni seguiamo con passione la produzione dei vini della nostra fattoria di famiglia, e siamo impegnati costantemente in un percorso di ricerca e miglioramento dei nostri vini.

“Nostro padre Mauro Bendinelli, avvocato originario di Certaldo, ha acquistato la tenuta, composta dal borgo, il bosco con l’oliveta e le vigne nel 1961 e nel 1963 è entrata nel Consorzio Chianti Classico; siamo orgogliosi di far parte delle aziende storiche del Chianti Classico. – raccontano Maria, Chiara, Anna, Bruno, Agostino e Elena Bendinelli – Inizialmente questa voleva essere una seconda casa di vacanza, pensata anche per i nostri nonni. I vigneti fino a quel momento erano stati seguiti dai mezzadri ma con il tempo ci si è dedicato mio padre, si è rimboccato le maniche con passione, coinvolgendo tutta la famiglia. Il vino ha continuato a farlo sia sfuso che in poche bottiglie per gli amici o piccole vendite. Gestiva tutto un bravo fattore e basta. Noi fratelli siamo entrati un po’ alla volta, facendo anche altri lavori, fino a quando nel 2000 abbiamo deciso di gestire tutto noi e abbiamo fondato la società. Negli anni abbiamo reimpiantato nuovi vigneti, ci siamo inoltre occupati della riorganizzazione aziendale, con un enologo, dei tecnici che ci affiancano nel lavoro, e siamo intervenuti sia da un punto di vista tecnologico in cantina, rinnovando la parte di vinificazione che quella di affinamento, ma soprattutto investendo sui vigneti. Oltre a questo, abbiamo anche puntato sulla vendita diretta e sull’agriturismo, ma anche sull’export, in particolare con l’America e la Germania.”

Molto apprezzato il menu dell’Osteria Il Pratellino, servito nella splendida barricaia di fattoria e composto da una squisita passata di lenticchie nostrali bio, cavoli e broccoli di stagione e cialda di pane fritta come antipasto mentre, come primi piatti, i presenti hanno potuto gustare la carabaccia di cipolle rosse toscane con ravioli alla ricotta e cipolla gratinati al Gran Mugello e un risotto alla zucca e salsiccia di cinta senese con crema di caprino e mandorle. Come secondo è stata poi servita l’arista di cinta senese con passata rustica di carote allo zenzero e, per concludere, un must della cucina toscana tradizionale, ovvero una golosa zuppa inglese all’Alkermes di Firenze.

L’impegno più grande della nostra famiglia è quello di mantenere inalterate le peculiarità di questo borgo storico immerso nelle colline del Chianti, nel rispetto della biodiversità e del perfetto equilibrio tra natura e tecnologia.

“Questi posti vanno veramente vissuti, gli ospiti si sentono parte di un contesto e hanno voglia di prenderne parte in tutti i sensi – spiegano Elena, Chiara e Agostino – Il taglio del nostro agriturismo è molto familiare, il visitatore qui trova sempre una persona che lo accoglie e che gli trasmette del calore”.

Con la vendemmia di quest’anno sono arrivati in produzione anche i nuovi vigneti impiantati nel 2018, questo ci ha permesso di pensare alla produzione di una nuova tipologia di vino: si tratterà infatti di un nuovo IGT di fascia alta, che andrà a celebrare il 60° anno di attività della Azienda vitivinicola Fattoria Santo Stefano.